Ho avuto il piacere e l'onore di lavorare con Fabio Amendolara per più di tre anni. Cronista di razza. Sempre sul pezzo, spesso con l'esclusiva della notizia. Uno scoop dietro l'altro.
Le fonti attendibili. Mai una cazzata, che mi risulti. Quando il Governo cominciava con il limitare la libertà d'azione dei cronisti (di giudiziaria in particolare) lui mi ha confidato, sorprendendomi, che la trovava una buona cosa. Lavora solo chi lo sa fare, mi ha detto. Allora ho capito.
Da quel giorno a oggi ho letto tanto. Lo hanno fatto già in molti (qui un buon esempio http://www.facebook.com/notes/luciano-petrullo/la-procura-fa-la-voce-grossa-col-giornalista/10150117323627392) e non mi voglio quindi soffermare sull'accusa specifica (almeno la metà dei giornalisti in circolazione dovrebbe essere indagato per lo stesso motivo), ma solo sul mestiere di giornalista.
Per noi le fonti, dopo la necessaria verifica, sono sacre... mi hanno detto, e costituiscono il patrimonio di ogni buon cronista che si rispetti. Vanno difese fino alla fine dei propri giorni, pena l'esclusione dall'ODG (tra le altre cose) e la fine di una carriera. Non dimentichiamoci poi del dovere di raccontare, invece di nascondere.
Di cosa stiamo parlando? Della libertà di stampa?
Non lo so, io sento solo rumore di manette.
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